Come un fulmine

…come un fulmine, di colpo, arrivano bellissimi e crudeli nello stesso tempo, i ricordi del passato.

Ti ritrovi a pensare a tutti i bei momenti vissuti durante la tua infanzia. Sarà forse l’Estate che ormai è arrivata, il profumo che si sente nell’aria di erba tagliata, di terra, fieno e di concime nei campi.

Il ricordo della voce di mamma che ti chiama dalla finestra mentre giochi con i tuoi amici in cortile e ti rendi conto che non hai mai avuto poi mai più altri amici così “veri”.

E tu che urlavi al nulla e al cielo a squarcia gola “arrivooooo, ancora un minuto dai!” e passava un’altra mezz’ora.

I luoghi famigliari riprendono vita e forma nella mente.

Un cortile per noi “enorme”, le altalene attaccate ai rami degli alberi, le corse e i giochi sotto i due maestosi pini.

Pini diventati poi uno solo, dopo una notte d’inverno durante la quale, a seguito di un terribile temporale, un fulmine ne ha praticamente tagliato in due uno.

Ricordo ancora (anche se in modo molto nebuloso) quella sera/notte tutti insieme (due famiglie, 8 persone) senza corrente con le lampade d’emergenza, vento, pioggia, fulmini, tuoni, e noi bimbi che la vivevamo come un’avventura spaventosa ed incredibile.

Uscire e vedere i segnali che dalla Fattoria ci facevano con le torce, il grosso pino che ancora fumava.

Ed il giorno dopo, tutti a vedere i danni, i rami divelti, come impazziti che avevano rotto tapparelle, tetti di case vicine, i nostri Garage. E noi che un poco ci sentivamo “eroi” per essere sopravvissuti a quell’evento.

Le giornate trascorse nella fattoria, a giocare tutti insieme con praticamente nulla, “attento arriva il trattore” e tutti che si scappava via.

I tuffi sul fieno appena tagliato, dall’alto del fienile, che ancora oggi mi vengono i brividi.

I giri in bicicletta in una “Nosate” deserta, nel cortile o nel bosco vicino a casa. 

I pomeriggi passati all’oratorio a giocare a calcio, ai “funghetti” o a nascondino.

Così si cresce e passano gli anni. Si modificano i paesaggi e i luoghi attorno a noi (tristezza).

Spariscono i punti di riferimento. Ma i ricordi no. Restano. Forti e saldi.

A volte basta davvero poco, una vecchia foto, un profumo e tutto di nuovo ritorna…come un fulmine.

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